Ortona
Introduzione
Ad Ortona, cittadina sull’Adriatico che in tempo di pace contava una popolazione di 10.000 abitanti, ci fu un combattimento tra il 20 e 28 dicembre 1943.
Le nuove reclute canadesi, che avevano combattuto per la prima volta durante lo sbarco in Sicilia, dovettero affrontare i para’ di Hitler (Fallschirmjäger), una vera e propria macchina mortale. Conosciuti anche come la prima Divisione Tedesca di Paracadutisti, erano soldati agguerriti richiamati dal fronte russo per arrestare l’avanzata in Italia. Ortona aveva una grande importanza strategica, perché lì si trovava uno dei pochi porti italiani dalle acque profonde sulla costa orientale, ed un facile approdo per le navi alleate.
I canadesi dovettero affrontare una difesa tedesca abile e determinata. I paracadutisti avevano distrutto essi stessi gran parte di Ortona, trasformando le strade in un labirinto di macerie. Le strade principali erano minate, con la conseguente demolizione della piazza principale, e trappole esplosive sparse per tutta la città. I tedeschi avevano anche nascosto i carri armati tra le macerie e solo le torri di controllo erano visibili. Alle truppe tedesche era stato dato l’ordine da Hitler stesso di distruggere fino all’ultima casa e l’ultimo albero. Nessun ripensamento.
I canadesi non erano stati addestrati per questo tipo di combattimento così brutale e intenso, tanto che i corrispondenti di guerra soprannominarono Ortona “La Stalingrado Italiana” o “Piccola Stalingrado” perché la battaglia era identica al caos scatenatosi nella città russa.
Il 28 dicembre, dopo otto giorni di battaglia, le ormai indebolite truppe tedesche finalmente lasciarono la città. I canadesi contavano circa 1.375 morti. Questa cifra rappresentava un quarto dei canadesi uccisi durante tutta la Campagna Italiana. Si è stimato che 1.314 civili furono uccisi nella stessa battaglia.